Sei in procinto di creare un sito web? Hai già un sito ma non sai se è gradito a Google?
Ecco la lista dei 43 punti fondamentali, da tenere ben a mente, per garantire al tuo sito di essere “Google Friendly”, ovvero essere gradito al motore di ricerca Google per poter scalare la classifica dei risultati delle ricerche (SERP) fino alla vetta.
SERVER-SIDE SEO
1. Monitorare sempre valore di “uptime” del sito
Attraverso l’utilizzo di tool e strumenti gratuiti disponibili anche online è possibile monitorare il valore di uptime del tuo sito web.
Il valore di uptime, indicato in percentuale, indica l’intervallo di tempo in cui un sito è stato ininterrottamente online. Un sito sempre online, senza alcuna interruzione, avrà un valore di uptime del 100%.
Siti come Pingdom o UptimeRobot servono, ad esempio, per verificare il valore di uptime del tuo sito web. Più nello specifico dovresti mirare a raggiungere un uptime del 99,999%. Scendere sotto al 99,9% è un risultato troppo approssimativo, mentre abbassare il rating al di sotto del 99% risulterà inaccettabile e dannoso ai fini della permanenza del visitatore sul tuo sito web. Un trucco utile potrebbe essere quello di spulciare nel contratto del tuo Web Hosting e cercare gli uptime garantiti in modo da ricevere una giusto indennizzo se tali parametri dovessero essere disattesi.
2. Passa a HTTPS
Occorre passare al protocollo sicuro HTTPS il prima possibile.
Infatti più tardi avvierai la procedura e più difficile e macchinosa sarà la migrazione. Una volta installato il certificato di sicurezza SSL assicurati che il protocollo di trasferimento ipertestuale da HTTP rimandi sempre al protocollo sicuro HTTPS e accertati che questo non reindirizzi mai ad una pagina con Errore 404.
3. Formato URL singolo
Oltre a garantire che HTTP rimandi sempre al protocollo sicuro HTTPS, assicurarti che la versione completa dell’URL, con e senza www, sia utilizzata in modo che non sia duplicata. Ad esempio, ridirigere l’URL senza www verso quella con il www: lo scopo è di non avere due versioni distinte degli URL.
Esempio: https://miosito.it da ridirigere verso https://www.miosito.it
4. Controlla i tuoi vicini di IP
Il tuo sito è situato su di un server a cui è stato assegnato un Internet Protocol (IP). Se altri siti residenti nella rete dell’IP assegnato al tuo server mostrano spam, i filtri antispam di Google potrebbero avere una sensibilità più alta per il tuo sito e penalizzarlo.
Attraverso l’utilizzo di strumenti per individuare i vicini di IP di un network (network neighbor tools), è possibile dare una occhiata a campione ai siti dei vicini per vedere se diffondono spam. Parliamo di spam non di contenuti di bassa qualità.
Nel caso trovassi siti che diffondono spam, dovrai chiedere, al provider che fornisce la struttura in cui è ospitato il tuo sito web, di cambiare IP assegnato al tuo sito.
5. Verifica la presenza di malware sul tuo sito
Utilizza l’apposito strumento gratuito di Google (transparencyreport.google.com) per cercare ed eventualmente neutralizzare la presenza di malware sul tuo sito web.
6. Verifica le problematiche relative al DNS
Attraverso uno strumento di controllo DNS come ad esempio quello fornito da Pingdom o da Mxtoolbox, è possibile identificare eventuali disallineamenti DNS che potrebbero causare problemi nel caricamento. Parlane con il tuo provider internet per cercare la soluzione più adatta.
7. Controlla gli errori http del server
Esegui la scansione del tuo sito web con uno strumenti utili come Screaming Frog o Visual SEO Studio.
Non dovresti trovare alcun codice di stato http uguale a 301 o 302 in quanto, in tal caso, significa che stai linkando URL che reindirizzano, inoltre Google ha indicato nelle sue regole che lasciare i codici di stato 301 spreca il tempo di crawling che è assegnato ad ogni sito col rischio che il sito non sia indicizzato completamente .
Quindi possiamo eliminare gli errori 301 aggiornando i link errati presenti all’interno delle pagine web.
Un discorso a parte è quello per le pagine web che hanno cambiato URL (per un qualsiasi motivo), in questo caso possiamo eliminare il redirect 301 solo quando siamo sicuri che nessuna risorsa esterna al nostro sito stia linkando il vecchio URL.
Dai la priorità alla rimozione dei link che rispondono con un 404 o con un 5xx perché queste pagine non esistono o sono danneggiate.
Blocca tutte le pagine che rispondono con errore 403 (forbidden, non si ha il permesso per accedere) con l’utilizzo di istruzioni sul file robots.txt.
8. Verifica la presenza di noindexing e nofollow
Una volta che il tuo sito web è stato pubblicato utilizza un crawler (ad es. Visual SEO Studio o Screaming Frog) per verificare che non ci siano pagine che siano state impostate involontariamente con il tag Robots NoIndex e che nessuna pagina o link non siano indicizzate per niente.
Il tag noindex indica ai motori di ricerca di non inserire la pagina nel loro database. Un’operazione questa, che dovrebbe essere eseguita soltanto in caso di contenuti duplicati o pagine che tu desideri escludere dalla visualizzazione nei risultati di ricerca.
Il tag nofollow indica ai motori di ricerca di non passare PageRank dalla pagina, cosa che non dovresti mai fare per un tuo contenuto.
9. Elimina gli Errori Soft 404
Se utilizzando un crawler (come Visual SEO Studio) si trovano degli URL inesistenti, senza che ci corrisponda una pagina che restituisce un errore 404 è un problema. Google vuole che le pagine inesistenti vengano visualizzate come pagine con errore 404. Non dovresti linkare pagine non esistenti.
INDICIZZAZIONE
Verifica che il tuo sito segua i seguenti punti prima e dopo aver pubblicato il sito per assicurarti che le pagine vengano aggiunte rapidamente all’indice dei motori di ricerca.
1. Sitemap
Verifica sempre che una sitemap (di tipo XML) sia presente e disponibile all’indirizzo miosito.it/sitemap.xml e che la stessa sia stata caricata su Google Search Console e allo stesso modo su Bing Webmaster Tools.
Controlla che la sitemap sia dinamica e aggiornata ogni qual volta aggiungi una nuova pagina sul sito.
Inoltre la mappa del sito deve utilizzare la corretta struttura degli URL (HTTP contro HTTPS e www contro non-www).
Gli indirizzi riportati nella sitemap non devono dare errori 404 o 301.
Utilizza il validatore del consorzio World Wide Web (W3c) per garantire che il codice della sitemap sia corretto e validato.
2. Cache di Google
Controlla la cache di Google del tuo sito utilizzando il seguente URL:
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:miosito.it
In questo modo vedrai come Google vede il tuo sito. Potrai navigare nella cache per riscontrare se manchino degli elementi importanti da pagine e sezioni del tuo sito.
3. Pagine indicizzate
Per sapere con esattezza quali e quante pagine del tuo sito ha Google nei suoi archivi, puoi fare la seguente ricerca:
site:miosito.it
Se il numero dei risultati è più basso del numero delle pagine formanti il tuo sito, vuol dire che alcune pagine, purtroppo, non sono state indicizzate, cosa che dovrebbe essere presa in considerazione e risolta.
Al contrario se il numero dei risultati è più elevato del numero delle pagine formanti il tuo sito vuol dire che è molto probabile la presenza di contenuti duplicati. Problema da risolvere allo stesso modo.
4. Feed RSS
I Rich Site Summary (RSS) non sono più molto utilizzati dai naviganti di internet ma vengono spesso utilizzati dai crawler al fine di raccogliere collegamenti utili e finalizzati all’indicizzazione. Quindi assicurati di includere (rel=alternate)
<link rel="alternate" type="application/rss+xml" href="https://miosito.it/feed" />
nel tuo codice sorgente e verificane la corretta funzionalità attraverso un lettore.
5. Pubblicazione di post sui Social Media
Puoi usufruire dell’aiuto di un tool o app come, ad esempio, Social Media Auto Publish per WordPress, che pubblicherà i tuoi contenuti sui tuoi canali Social ogni volta che aggiornerai una sezione, un post o una pagina. La pubblicazione sui Social media porta sul tuo sito web una fonte di traffico ed aiuta ad essere inseriti nei risultati delle ricerche.
6. Rich Snippet
Verifica sempre che i Rich Snippet siano visualizzati correttamente e privi di errori. Se è il caso, convalida il tuo markup per assicurarti che non ci siano errori.
I CONTENUTI
1. Titoli mancanti
Utilizza sempre un tool crawler per verificare che ogni pagina del tuo sito web abbia un tag title appropriato.
2. Lunghezza del titolo
In caso tu stia utilizzando Screaming Frog, ordina i titoli in base alla lunghezza in pixel e identifica la lunghezza dei titoli per la quale vengono tagliati da Google nei risultati delle ricerche.
Sebbene non sia sempre necessario ridurre la lunghezza del titolo al di sotto di questo valore, è fondamentale che tutte le informazioni di cui l’utente ha bisogno per identificare l’oggetto della pagina vengano visualizzate prima del punto limite.
Prendi nota di titoli particolarmente brevi, poiché probabilmente dovranno essere espansi per indirizzare più query di ricerca a lungo termine.
3. Parole chiave nel titolo
Assicurati che tutte le parole chiave principali siano presenti nel tag del titolo, considerando anche la presenza di sinonimi. Posiziona le parole chiave più importanti vicino all’inizio del titolo se ciò non pregiudica il significato.
Ricorda che l’uso di parole chiave potrà raramente prevalere sull’importanza di un titolo accattivante.
4. Le Meta Description
Esegui una scansione del tuo sito web per assicurarti che non ci siano meta Description mancanti.
È una idea sbagliata che ogni pagina abbia bisogno del tag Description dal momento che, in alcuni casi, lo snippet automatico che imposta Google è migliore della descrizione stessa.
Identifica e rimuovi eventuali meta Description duplicate. Inoltre verifica che le meta Description siano sempre più corte di 160 caratteri in modo tale che non vengano tagliate da Google. Tenere sempre presente che nella meta descrizione occorre includere in maniera naturale la parola chiave che verrà posta in grassetto automaticamente nello snippet.
5. Le intestazioni H1
Assicurati che tutte le pagine del tuo sito web abbiano un tag dell’intestazione H1 e che non vi siano tag H1 duplicati, vale a dire che in ciascuna pagina deve essere presente un solo tag H1 diversificando gli altri titoli utilizzando appropriatamente H2 H3 e via dicendo.
Il tag H1 dovrebbe essere trattato in modo simile al tag title, con l’eccezione che non ha una lunghezza massima (anche se non dovresti abusare della lunghezza). È sbagliato pensare che il tag H1 debba essere identico al tag title, anche se ovviamente dovrebbe essere correlato. Nel caso di un post sul blog, la maggior parte degli utenti si aspetta che l’intestazione e il tag del titolo siano uguali o quasi identici. Ma nel caso di una landing page, gli utenti possono aspettarsi che il tag del titolo sia un invito all’azione e l’intestazione sia un saluto.
6. H2 e altre intestazioni
Riallacciandoci al punto precedente, esegui un’ulteriore scansione del tuo sito e controlla, appunto, le intestazioni H2 mancanti. Non sempre i sottotitoli sono necessari, tuttavia, per migliorare la leggibilità di un testo troppo lungo a volte sono necessari, alla stregua dei capitoli per un libro.
7. Le parole chiave
Ogni pagina dei tuoi contenuti deve necessariamente avere una o più parole chiave target. Tutti i contenuti che ne dovessero risultare privi saranno penalizzati dai motori di ricerca, quindi assicurati, utilizzando dei tool appositi, di assegnare keyword a sufficienza.
8. Il testo alternativo (Alt Text)
Le immagini dovrebbero sempre usare l’Alt Text per identificare il contenuto della immagine. Usa le keyword per identificare il contenuto dell’immagine stessa, non il resto del contenuto.
Tieni presente che l’Alt Text è inteso come una vera alternativa dell’immagine, utilizzato da utenti ipovedenti e browser che non possono eseguire il rendering dell’immagine. L’Alt Text deve sempre avere un senso per un utente umano.
9. Dichiarare le codifiche dei caratteri in HTML e CSS
Dichiarare una codifica caratteri all’interno della pagina web favorisce in modo significativo l’attività SEO. Evita inoltre problemi di resa della pagina.
Se la pagina che hai creato utilizza caratteri non-ASCII, come lo sono i caratteri della lingua italiana, conviene dichiarare il tipo di codifica che si vuole utilizzare.
Per l’italiano va bene la codifica UTF-8 che andrà dichiarata all’interno dell‘Head della pagina web nel seguente modo:
<meta charset=”utf-8″/>
LE INFORMAZIONI PER I SOCIAL NETWORK
1. Condividere le informazioni di una pagina web su Facebook
Attraverso l’Open Graph Protocol abbiamo l’opportunità di indicare a Facebook cosa condividere sul social della nostra pagina web.
Attraverso alcuni tag che verranno inseriti nella pagina web, possiamo comunicare esplicitamente a Facebook quali informazioni vogliamo che siano pubblicate. Senza i tag Open Graph sarebbe Facebook autonomamente a scegliere (in base ai suoi algoritmi) titolo, descrizione e immagine di anteprima dei contenuti.
Per avere un post di qualità usiamo l’Open Graph e comunichiamo a Facebook le giuste informazioni.
Vediamo ora un esempio di uso dei principali tag per comunicare a Facebook i dati della nostra pagina web:
La lingua utilizzata (og:locale)
Il tipo di contenuto (og:type)
Il titolo della pagina (og:title)
La descrizione (og:description)
L’URL della pagina web (og:url)
L’URL dell’immagine visualizzata quando si condivide il contenuto (og:image)
<meta property=”og:locale” content=”it_IT” />
<meta property=”og:type” content=”article” />
<meta property=”og:title” content=”5 semplici strategie SEO per potenziare i contenuti online – Agenzia SEO Roma | Web Agency Roma” />
<meta property=”og:description” content=”Ignorare i problemi che possono presentarsi mettendo online un sito è una pessima idea. 5 strategie SEO per potenziare i contenuti ed il link building” />
<meta property=”og:url” content=”https://www.alesiani.it/5-semplici-strategie-seo-potenziare-contenuti-online/” />
<meta property=”og:image” content=”https://studioranking.com/wp-content/uploads/2018/04/5-semplici-strategie-SEO.jpg” />
Ovviamente il codice andrà inserito all’interno del tag Head della pagina web.
Se usi WordPress per costruire il tuo sito web puoi farti aiutare dal plugin SEO Yoast per realizzare la scheda Open Graph per Facebook.
La scheda prevista da Yoast permette di definire l’immagine da associare al post su Facebook, il titolo del post e la descrizione.
2. Condividere le informazioni di una pagina web su Twitter
Con l’uso delle Twitter Cards possiamo indicare a Twitter cosa condividere (in automatico) sul social della nostra pagina web quando realizziamo un tweet. Quando verrà inserito l’indirizzo della nostra pagina web su un tweet possiamo comunicare al social il titolo del tweet, l’immagine associata e la descrizione, oltre ad alcuni altri dati fondamentali.
Come nel caso precedente anche per le Twitter Cards abbiamo a disposizione una serie di tag da inserire all’interno della sezione head della nostra pagina web.
Vediamo i principali:
Il titolo del tweet (twitter:title)
L’immagine (twitter:description)
La descrizione (twitter:description)
L’autore dell’articolo (twitter:creator)
Possiamo vedere qui sotto il codice che il plugin per WordPress Yoast inserisce compilando la relativa scheda.
<meta name=”twitter:card” content=”summary_large_image” />
<meta name=”twitter:description” content=”Ignorare i problemi che possono presentarsi mettendo online un sito è una pessima idea. 5 strategie SEO per potenziare i contenuti ed il link building” />
<meta name=”twitter:title” content=”5 semplici strategie SEO per potenziare i contenuti online – Agenzia SEO Roma | Web Agency Roma” />
<meta name=”twitter:site” content=”@BrunoAlesiani” />
<meta name=”twitter:image” content=”https://studioranking.com/wp-content/uploads/2018/04/5-semplici-strategie-SEO.jpg” />
<meta name=”twitter:creator” content=”@BrunoAlesiani” />
ARCHITETTURA DEL SITO
Onde evitare dei lavori immani, sarebbe auspicabile curare l’aspetto e l’architettura del sito già dalla prima pubblicazione.
1. Collegare il tuo logo
Verifica che il logo nel menu principale rimandi sempre alla tua homepage. Questo è valido anche per il blog che, alle volte, è una sezione a parte del sito: il link sul logo presente sul blog deve riportare alla home del sito web e non alla pagine iniziale del blog.
2. Il testo di ancoraggio di navigazione (Anchor Text)
Il testo di ancoraggio di navigazione (anchor text) deve utilizzare una serie di parole chiave ma deve anche essere abbastanza breve da essere funzionale alla navigazione. Evita ad esempio i menu con un testo troppo lungo e allo stesso modo evita frasi ripetitive. Per farti un esempio pratico un menu a tendina non dovrebbe elencare: “mele Fuji, mele Golden Delicious, mele Granny Smith, mele Gala” ecc. Invece un corretto utilizzo presuppone la categoria del menu in alto con la semplice dicitura “Mele” e il relativo menu a discesa elencherà le mele per tipologia.
3. I link esterni
Presta molta attenzione alla qualità dei collegamenti ad altri siti web in uscita dalla navigazione del tuo sito, ed in generale all’interno del testo delle pagine. Molti di loro possono essere interpretati da Google come un segnale di spam.
Sarebbe consigliabile, in caso di link sponsorizzati, utilizzare l’attributo NoFollow.
È buona norma impostare tutti i link in uscita con l’attributo NoFollow nelle sezione commenti degli utenti ed in generale in tutte le sezioni con i contenuti generati dagli utenti.
4. Le pagine orfane
Attraverso l’incrocio dei dati di scansione con il tuo database assicurati che non siano presenti pagine orfane.
Ma cos’è una pagina orfana? Si tratta di un URL non raggiungibile tramite alcun link sul tuo sito. Non è la stessa cosa di una pagina 404 che semplicemente non esiste ma una pagina perfettamente funzionante ma non raggiungibile di fatto. Inoltre anche le pagine orfane possono essere interpretate da Google come spam.
5. Le sottocartelle
Le sottocartelle URL devono seguire una gerarchia logica precisa e che corrisponda alla gerarchia di navigazione stessa del tuo sito web. Tradotto significa che ogni pagina dovrebbe avere un solo URL cioè non appartenere a più di una categoria o sotto-categoria. Se ciò non dovesse essere possibile per un motivo o per un altro, assicurarti di indicizzare la versione da te desiderata attraverso l’uso della canonicalizzazione.
6. Profondità del link
Le pagine considerate più importanti cioè quelle che hanno come target le keyword migliori, non dovrebbero essere più profonde di due livelli e dovrebbero, in modo ideale, essere direttamente raggiungibili dalla tua homepage. Puoi controllare la profondità dei link di collegamento sempre con Screaming Frog attraverso la voce “profondità scansione”.
7. La gerarchia
Riallacciandoci al discorso sottocartelle e profondità dei link dei precedenti punti, tutto questo non significa che il tuo sito web debba necessariamente avere una gerarchia che potremmo definire piatta. Tutto questo a meno che il tuo sito non sia piccolo e con poche pagine, tutte direttamente raggiungibili dalla homepage.
In generale, le tue categorie principali dovrebbero essere raggiungibili dalla homepage e ogni pagina successiva dovrebbe essere raggiungibile da quelle pagine di categoria, seguite dalle sottocategorie e così via.
8. Nessuna impaginazione JavaScript (o automatizzata)
Ogni tuo singolo contenuto dovrebbe avere assegnato uno specifico URL.
In nessun caso un utente dovrebbe navigare in una pagina senza modificare l’URL sul browser. Oltre a rendere l’indicizzazione molto difficile o impossibile per i motori di ricerca, questo rende impossibile agli utenti di collegarsi direttamente a una pagina trovata utile.
9. Variabili URL e la duplicazione dei contenuti
Le variabili URL come ad esempio “? Sort = ascending” non dovrebbero essere aggiunte alla fine degli URL che sono indicizzati nei motori di ricerca, perché sono responsabili della creazione di contenuti duplicati. Le pagine che contengono delle variabili negli URL dovrebbero essere sempre trattate con la giusta canonicalizzazione.
10. Collegamento contestuale
Google ha dichiarato che i link all’interno dei contenuti (articoli) contano più dei link posizionati nella navigazione (nei menu).
Le migliori pratiche suggeriscono di aggiungere del testo descrittivo attorno al link, i collegamenti interni del tuo sito passeranno più valore se includi link contestuali.
In altre parole, il link interno posto nel testo principale della pagina (body) è importante, in particolare per i contenuti di blog e editoriali.
Questo vale anche per le pagine di prodotto che dovrebbero idealmente avere link di raccomandazione per prodotti simili.
Dispositivi Mobili
Ogni moderno sito web che si rispetti deve necessariamente avere un’interfaccia ottimizzata per i dispositivi mobili ed essere mobile-friendly. Occorre verificare attentamente che lo sia il prima possibile.
1. Test di Google Mobile-friendly
Utilizza il comodo test online di Google Mobile-friendly per identificare eventuali problemi di velocità e caricamento che Google rileva. In questo modo avrai dei parametri di riferimento per apportare le opportune correzioni in modo che gli utenti abbiano un’esperienza di navigazione veloce e migliorata anche sui propri dispositivi mobili. Questo vale sia per gli smartphone che per i tablet.
2. Implementare il design responsive
Il tuo sito web dovrebbe essere reattivo o responsive vale a dire che l’aspetto grafico sarà correttamente visualizzato per gli utenti indipendentemente che essi usino un dispositivo come computer fisso o device mobile. Per ottenere un sito responsive senza difficoltà basta semplicemente cercare un tema che abbia la dicitura “responsive template“. Oggi questa tipologia di temi è disponibile per quasi tutte le piattaforme.
3. JavaScript e Flash
Verifica sempre che le tue pagine funzionino correttamente senza JavaScript o Flash. Utilizza un crawler (es. Screaming Frog) per individuare quali sono le pagine che fanno uso di file Flash (.swf) o JavaScript (.js), visita queste pagine con un browser che abbia JavaScript disabilitato e che non abbia il plugin Flash installato. Se le pagine non funzionano bene andranno riviste.
Flash è stato interamente sostituito dai cascading style sheets (CSS). JavaScript deve essere utilizzato solo per alterare dinamicamente il codice HTML che deve funzionare anche in assenza di JavaScript.
4. Navigazione responsive
Verifica che i menu a tendina o a discesa siano funzionanti anche sui dispositivi mobili e che la larghezza del testo non causi problemi all’esperienza di navigazione o non li renda difficoltosi da utilizzare.
5. Immagini responsive
Alcuni temi responsive possono perdere la capacità di adeguamento grafico al dispositivo allorquando vengano inserite delle immagini con dimensioni importanti.
Inserendo il codice scritto in basso tra i tag, le dimensioni delle immagini verranno automaticamente ridotte in caso la finestra del browser sia troppo piccola per l’immagine:
img {
width: 100%;
height: auto;
}
6. Video e incorporamenti responsive
Stesso discorso per i video. Assicurati che siano sempre ridimensionabili adattandosi alla finestra corrente del browser con il codice:
video {
max-width: 100%;
height: auto;
}
7. Interstitial e pop-up
Verifica infine che tutti i pop-up o gli interstitial che utilizzi siano sempre e correttamente compatibili con qualsiasi dispositivo e calcola la possibilità di bloccarli in caso di utilizzo di dispositivi al di sotto di una certa larghezza in pixel. Dovresti sempre assicurarti che sia possibile chiudere un pop-up e che le dimensioni dei pulsanti per chiuderli siano sempre ragionevoli per una corretta interfaccia touch.
Conclusioni
Seguendo questi 43 punti ti assicurerai che il tuo sito sia Google Friendly, che sia correttamente indicizzato e che abbia successo.
Articolo che prende spunto dal post di Pratik Dholakiya sull’argomento trattato
Vorrei sottolineare l’importanza del meta twitter:card per ottenere su Twitter le immagini di copertina dei post abbastanza grandi e riuscire così ad attirare l’attenzione dei followers.
Buon lavoro,
Federico Magni (aka SEOProf)