5 semplici strategie SEO per potenziare i contenuti online

5 semplici strategie SEO per potenziare i contenuti online

Scritto da Studio Ranking

SEO

8 Aprile 2018

5 semplici strategie SEO per potenziare i contenuti ed il link building

Ignorare i problemi tecnici che possono presentarsi quando si è impegnati a mettere online un sito Web è una pessima idea.

Ciascun proprietario di sito, blog o e-commerce, dovrebbe prendersi cura di ogni singolo aspetto del proprio portale: soltanto in questo modo sarà possibile ottenere risultati SEO migliori e, di conseguenza, una maggior visibilità.

Sei alla ricerca di strategie SEO semplici e intelligenti, in grado di aiutarti a centrare gli obiettivi che ti sei prefissato?
Ecco qualche soluzione utile che ti aiuterà a massimizzare gli sforzi profusi circa l’ottimizzazione del tuo sito per i motori di ricerca (SEO).

Produrre contenuti di qualità può essere divertente e garantire una certa soddisfazione, così come utilizzare link interni ed esterni può offrire risultati importanti, ma a volte il miglior modo per scalare le classifiche dei motori di ricerca è comprendere le basi della SEO.

Alcuni strumenti che ricadono nell’ambito puramente tecnico potrebbero rivelarsi abbastanza difficili da utilizzare, ma non sono meno importanti rispetto allo sviluppo di contenuti di qualità e al link building. Inoltre, ignorare le tecniche di base della SEO, alla lunga potrebbe causare diversi problemi.
Puoi evitare ogni genere di intoppo con un piccolo e semplice sforzo. Diamo un’occhiata a cinque tattiche fondamentali che, se sfruttate al meglio, possono aumentare radicalmente l’efficacia dei tuoi contenuti e dei link in entrata e in uscita.

1 – Riparare i link interrotti

Nel corso del tempo, i siti web vanno e vengono. Alcuni chiudono o cambiano proprietario, mentre altri possono essere acquistati e utilizzati per elaborare tattiche SEO black-hat (sfruttare le caratteristiche degli algoritmi utilizzati dai motori di ricerca per cercare di “imbrogliarli”, invece di creare contenuti ad alto valore qualitativo).
Altre volte, invece, i siti Web possono essere reindirizzati a causa di un’acquisizione da parte di terzi o di un rebranding. Nella maggior parte dei casi, i precedenti proprietari non si prendono la briga di mettere i propri utenti a conoscenza del cambiamento. Ciò significa che tutti i link in entrata che prima puntavano ad una risorsa preziosa, ora potrebbero non avere più alcun valore (alcuni di questi potrebbero essere interrotti e mostrare il classico messaggio “404 not found” (risorsa non trovata), mentre altri potrebbero puntare a qualcosa di irrilevante e quindi dannoso dal punto di vista della SEO).

Questa è una pessima notizia per i proprietari di portali Web, perché i loro collegamenti in uscita potrebbero essere stati associati a contenuti di scarsa qualità, facendo perdere credibilità al sito agli occhi dei crawler di Google. Nei casi più estremi, questo genere di collegamenti in uscita rischia seriamente di danneggiare il posizionamento organico del tuo sito web. Inoltre, i link in questione possono dar vita ad un’esperienza di navigazione scadente, con il rischio che l’utente in questione non torni più sul tuo portale.
I motori di ricerca, invece, premiano i siti i cui collegamenti in uscita puntano a pagine pertinenti, che includono contenuti di qualità, senza passaggi multipli.

2 – Curare le Meta “description”

La meta description è l’anteprima del contenuto che compare sotto al titolo del sito, ogni volta che un utente effettua una ricerca su Google.

Come è facile intuire, curare questo aspetto può fare la differenza. Dopo averla letta, infatti, un utente può decidere di entrare a visitare il tuo sito oppure continuare a scrollare la pagina alla ricerca di una descrizione più accattivante. Pertanto, oltre a curare tutti gli altri aspetti della SEO, sarai chiamato a scegliere una meta description che possa aiutarti ad aumentare in maniera importante il traffico in entrata dai motori di ricerca.
Sfortunatamente però, una volta realizzate, la maggior parte delle persone non presta più alcuna attenzione alle meta description. E questo è un grande errore. Ad ogni sito web attivo, infatti, vengono aggiunti nuovi contenuti con cadenza regolare e i contenuti già esistenti vengono modificati con una certa frequenza. Ciò vuol dire che la meta description che si è rivelata perfetta in passato potrebbe non esserlo più tra sei mesi o tra un anno. E anche nei casi in cui il contenuto resta invariato, le modifiche apportate agli algoritmi dei motori di ricerca potrebbero richiedere l’aggiornamento delle meta description.

Ad esempio, nel dicembre del 2017, Google ha aumentato la lunghezza massima della meta description da 160 a 320 caratteri. Poiché il contenuto dello snippet tende ad essere estratto dalle descrizioni (e dai contenuti on-page), chiunque non abbia provveduto ad aggiornare le proprie descrizioni potrebbe perdere una buona opportunità per migliorare le percentuali di click, grazie ad una descrizione più accattivante.

Qui sotto puoi vedere un esempio di Meta “description”

meta-tag-description

Quel che dovresti fare: dovresti rivedere ed aggiornare i tag e le meta description su tutte le pagine più importanti del tuo sito web.
Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di scrivere una descrizione accattivante di circa 320 caratteri e inserire nel testo la parola chiave una o due volte, nella maniera più naturale possibile.

Ecco di seguito qualche consiglio utile.

Come detto, uno degli aspetti fondamentali della meta description è l’uso corretto delle keyword. Dovresti utilizzare sempre la parola chiave presente all’interno della pagina e pertinente al contenuto della stessa, poiché questo aspetto ha rilevanza per Google ai fini del miglioramento del posizionamento organico.

Nel realizzare la meta description perfetta dovrai essere quanto più breve e diretto possibile, utilizzando in maniera intelligente i 320 caratteri concessi da Google. Il motore di ricerca, infatti, mostra tutte le descrizioni che superano questo limite con dei puntini di sospensione.

Cerca di essere conciso e di riassumere in maniera efficace ciò che è racchiuso all’interno delle pagine del tuo sito. Non usare inutili giri di parole e cerca di andare dritto al punto, sintetizzando in modo efficace quello che l’utente troverà all’interno del sito.

Un altro consiglio molto utile è quello di introdurre una “call to action” nel testo. Le call to action, infatti, riescono ad offrire una forte motivazione gli utenti, poiché hanno il potere di attirare l’attenzione degli stessi e metterli in condizione di eseguire determinate azioni.

Anche la pertinenza del testo è un aspetto molto importante quando si vuol realizzare una buona meta description. Pertinenza significa coerenza tra meta description e contenuti situati all’interno della pagina. Google la reputa un elemento fondamentale ai fini del posizionamento. Il motivo è fare in modo che il visitatore trovi le informazioni che effettivamente stava cercando senza dover accedere prima al sito.

Uno dei fattori con cui Google valuta la qualità di un sito è la frequenza di rimbalzo (Bounce Rate). Gli utenti poco interessati a quel che trovano nel tuo sito, lo abbandoneranno immediatamente e ciò alla lunga potrebbe compromettere l’autorità del portale agli occhi dei motori di ricerca. Sii sempre originale ed evita di copiare le meta description dei siti concorrenti. Google premia i contenuti originali, possibilmente unici, quindi investi del tempo per trovare una soluzione diversa da quelle già adottate dai tuoi competitor: differenziarsi è sempre un valore aggiunto (e non soltanto per i motori di ricerca, ma anche per aumentare il gradimento dell’utenza).

3 – Curare il design e renderlo responsivo

Il design responsivo (ovvero il design di un sito web che si adatta visivamente a seconda del dispositivo con cui lo guardiamo) attualmente non serve a migliorare il posizionamento del sito tra le ricerche desktop, ma è molto importante per quelle effettuate da mobile, che ad oggi costituiscono una maggioranza significativa del traffico internet.

Il design responsivo aiuta anche a creare un’esperienza utente positiva e svolge un ruolo importante nella conversione dei visitatori in lead e clienti. Ed è proprio per i motivi appena elencati che il suo valore va ben oltre la semplice SEO. Il design responsivo è il modello di progettazione consigliato da Google e a breve potrebbe diventare un fattore importante anche per il posizionamento del sito tra le ricerche desktop. Nonostante Google abbia recentemente creato un indice mobile separato, è abbastanza prevedibile che l’azienda finirà per optare per un singolo indice.

responsive-design

(fonte immagine: developers.google.com)

Se credi che questa sia un’eventualità remota, pensa bene a ciò che sto per dirti. L’indice mobile ha due scopi specifici: offrire un’esperienza di navigazione migliore agli utenti mobile e comprendere meglio il comportamento degli utenti che effettuano ricerche tramite i dispositivi mobili.

Non appena Google avrà dati sufficienti (inquadrando alla perfezione il comportamento degli utenti sui dispositivi mobili) ed avrà convinto la maggior parte dei proprietari di siti Web ad adottare un design responsivo, potrà tranquillamente tornare al singolo indice, che è molto più efficiente.

Il test responsivo per mobile offerto da Google è un buon punto di partenza, ma non è la risposta definitiva, poiché nessuno strumento è realmente in grado di comprendere problemi complessi allo stesso modo di quanto possano fare gli esseri umani.

Google Analytics è un ottimo strumento, in grado di fornire informazioni affidabili relative all’interesse dei visitatori per una certa tipologia di contenuti, piuttosto che per i singoli post. Ad esempio, un’elevata frequenza di rimbalzo, in genere indica un’esperienza mobile negativa, nonostante il rapporto offerto dal test responsivo di Google possa essere positivo. Quando accade questo, è necessario comprendere quali sono le pagine con la frequenza di rimbalzo più elevata e correggere gli errori commessi.

Quel che dovresti fare: la maggior parte dei web designer sa bene quanto sia importante avere un sito responsive e quali vantaggi comporti. Se si opta per un sito dal design responsivo, è necessario verificarne la visualizzazione su diversi dispositivi (smartphone e tablet soprattutto) già in fase di sviluppo o al limite prevedere una fase di test, nella quale verificare in maniera accurata l’assenza di errori ed incongruenze.

Per portare a termine tali operazioni nel migliore dei modi sono stati creati molti strumenti utili, la maggior parte dei quali gratuiti. Tra questi il Mobile Responsive Test di Google, Mozilla Firefox visualizzazione flessibile, Google Resizer e molti altri.

4 – Riparare i link interni

Quando un nuovo contenuto viene aggiunto, modificato o rimosso dal tuo sito web, i collegamenti interni possono puntare verso pagine mancanti e/o irrilevanti, allo stesso modo di quanto succede con i link in uscita.

Anche se questo problema non dovrebbe causare danni paragonabili a quelli causati dai link in uscita non pertinenti o che puntano a siti poco credibili, può comunque causare danni significativi.

Fortunatamente, esiste una soluzione molto rapida e semplice per rimediare a tale problema (i termini rapido e semplice, ovviamente, sono relativi e possono variare in base alle dimensioni del sito web).

Quel che dovresti fare: proprio come hai fatto per i link in uscita, esegui la scansione di tutti i link interni presenti nel tuo sito web, al fine di assicurarti che vadano tutti verso una destinazione pertinente e lo facciano entro un unico passaggio. Da quest’accortezza dipende buona parte della qualità dell’esperienza di navigazione offerta all’utenza. Questo è un parametro fondamentale per il posizionamento organico di un sito web sui motori di ricerca.

5 – Verificare la velocità di caricamento delle pagine

La maggior parte dei siti web si carica in modo molto lento, specialmente sui dispositivi mobili, e ciò rappresenta un grosso problema per due motivi principali.

Google PageSpeed Tool

(Fonte immagine: developers.google.com/speed/pagespeed/insights)

Innanzitutto, la velocità di caricamento delle pagine diventerà presto un fattore di ranking nelle ricerche mobile: l’introduzione di questo parametro dovrebbe avvenire a luglio del 2018. Ti converrà, pertanto, applicare lo stesso standard a tutte le pagine, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata per costruire il sito.

In secondo luogo, la velocità di caricamento delle pagine ha un ruolo chiave nell’esperienza di navigazione e quest’ultima rappresenta già un fattore di ranking. La possibilità di risparmiare tempo prezioso è ciò che convince la maggior parte delle persone a restare su un sito e a continuare la navigazione. Purtroppo, però, invece che assumere un web designer o uno sviluppatore web che sappia codificare in modo corretto ed efficiente le funzionalità di cui hanno bisogno, molte persone si avvalgono di alcuni temi WordPress che installano plug-in in grado di garantire vantaggi gestionali.

Questa soluzione può avere risvolti molto negativi, poiché i fogli di stile CSS e i file JavaScript caricati dai plugin aggiungono richieste HTTP (HyperText Transfer Protocol) non necessarie, spesso diverse le une dalle altre in relazione al tipo di plug-in. Più richieste HTTP si sommano fra loro e più lento risulterà il caricamento del tuo sito web, soprattutto su mobile. Dozzine di megabyte e richieste HTTP contemporanee possono garantire al tuo sito l’aspetto e le funzionalità che desideri, ma al contempo rallentare il tuo portale e rendere frustrante la navigazione.

Se tale lentezza può rivelarsi fastidiosa quando si naviga da desktop, ancor di più lo sarà navigando da mobile. Piuttosto che iniziare con un tema WordPress standardizzato e pieno zeppo di plugin, la scelta migliore è partire da una base pulita su cui aggiungere le funzionalità e il design necessari. Soltanto in questo modo sarà possibile migliorare la velocità di caricamento delle pagine. Non è molto difficile sviluppare un sito Web su WordPress che non sia soltanto bello da vedere ma anche molto veloce.

Quel che dovresti fare: ridurre le richieste HTTP, unire file CSS e JavaScript, ottimizzare i file multimediali e utilizzare cache, minimizzazione degli elementi e reti di content delivery (CDN) laddove possibile. L’ottimizzazione della velocità di caricamento della pagina potrebbe essere un obiettivo abbastanza complicato da raggiungere. Per questo motivo, dovrai sperimentare tante soluzioni differenti per ottenere il risultato sperato.


Articolo che prende spunto dal post di Jeremy Knauff  sull’argomento trattato

Potrebbe interessarti anche…

Googlebot parlerà presto HTTP/2

Googlebot parlerà presto HTTP/2

A partire da novembre 2020, Googlebot inizierà a eseguire la scansione dei siti tramite HTTP/2. Google annuncia che il...

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

18 − undici =